La forma del crossfit.
“Il mio sport è il migliore.” Questa la sintesi di ogni atleta. Eppure letta così ciascun sportivo potrebbe aver ragione, ma solo se considerando come risultante che: ogni sport fa bene alla vita. Più corretto è invece definire gli sport in base alle diverse fasi di crescita; così per un bambino è consigliabile nuotare rispetto a svolgere attività di pesistica. Al tempo stesso è pur vero che una volta scelto uno sport, per migliorare sempre più le proprie performans, è necessario integrarlo anche con altre attività, un buon centometrista non si limiterà a correre, ma parallelamente si allenerà con pesi e esercizi in grado di garantirgli uno sviluppo muscolare adeguato. Con il metodo crossfit, da non prendere come oracolo per non porsi alla pari dei classici sportivi come da esordio, si cerca di dar vita ad una attività a 360° capace di riassumere gran parte degli sport in uniche sessioni di allenamento. Si può fare crossfit nuotando, correndo, alzando pesi, lavorando sui riflessi, sulla resistenza, lavorando agli anelli o addirittura scalando una parete. Non a caso negli ultimi due anni molti campioni dello sport agonistico americano hanno inserito il metodo crossfit nei loro allenamenti. Parliamo dai nuotatori ai giocatori di football passando per i tennisti.
Il principio del crossfit è quindi di bilanciare l’attività aerobica con
quella anaerobica. Entriamo nella tecnica. Si parla di lavoro
funzionale aerobico quando al nostro fisico sono richiesti sforzi prolungati nel tempo, come nuotare o correre per lunghe distanze. In questo caso l'efficienza necessaria al mantenimento dell'attività sarà garantita dai grassi corporei che lentamente verranno convertiti in energia, questo il motivo per il quale si dimagrisce.
Durante l’attività anaerobica, al contrario, ovvero per tutti gli esercizi compiuti in un arco di tempo inferiore ai due minuti e che necessitano di una energia istantanea si utilizza la riserva di energia del muscolo stesso, quindi non attaccando i grassi, chiamata fosfocreatina ocreatina fosfato (CP) o fosfageno. La creatina fosfato si forma nel muscolo a riposo associando ad una molecola di creatina una molecola di fosfato inorganico. Per questo sottolineiamo sempre che il riposo è fondamentale al pari dell'allenamento, permette di ricaricarci.
A sua volta il sistema anaerobico si dive in due categorie: sistema fosfato e quello anaerobico lattacido.
Il primo fosfatico (fonte wiki) è finalizzato a:
Potenza: Elevata (60-100 Kcal/min)
Capacità: Molto bassa (5-10 Kcal)
Latenza: Inesistente
Ristoro: Rapido
Fibra muscolare adatta: Fibra bianca o rapida (tipo IIb)
Metabolismo: Anaerobico
Processi metabolici: Reazione di Lohmann
Substrato energetico: Adenosin tri-fosfato (ATP); Creatinfosfato (CP)
Quantità di ATP: Molto limitata
Depositi muscolari: Molto limitati (ATP 80-100 gr; PC 350/550 gr)
Autonomia energetica: 8-10 secondi (fino a 15 sec al massimo)
Prestazione: Forza massimale, potenza, velocità massima
Impiego: Attività molto brevi e molto intense
Il secondo lattaceo (fonte wiki) è finalizzato a:
Potenza: Intermedia (50 Kcal/min)
Capacità: Intermedia (fino a 40 Kcal)
Latenza: 15-30 secondi
Ristoro: Intermedio
Fibra muscolare adatta: Fibra bianca o rapida (tipo IIb); Fibra intermedia (tipo IIa); Fibra rossa o lenta (tipo I)
Metabolismo: Anaerobiosi
Processi metabolici: Glicolisi anaerobica; Ciclo di Cori;
Substrato energetico: Glicogeno/Glucosio
Quantità di ATP: Limitata
Depositi muscolari: Moderatamente abbondanti (300/400 gr glicogeno muscolare; 70/100 gr glicogeno epatico)
Autonomia energetica: da 10/15 sec a circa 90/120 sec (massima resa tra i 15 e i 50 sec)
Prestazione: Forza resistente, Resistenza lattacida, Ipertrofia muscolare
Impiego: Attività mediamente brevi e intense
Sistema precedente: Anaerobico alattacido
Entrambi beneficiano ad un rafforzamento ed ispessimento della parete muscolare e solitamente sono legati ad attività di tipo pesistico.
Nel corso dei prossimi giorni analizzeremo punto per punto questi sistemi.
Durante l’attività anaerobica, al contrario, ovvero per tutti gli esercizi compiuti in un arco di tempo inferiore ai due minuti e che necessitano di una energia istantanea si utilizza la riserva di energia del muscolo stesso, quindi non attaccando i grassi, chiamata fosfocreatina ocreatina fosfato (CP) o fosfageno. La creatina fosfato si forma nel muscolo a riposo associando ad una molecola di creatina una molecola di fosfato inorganico. Per questo sottolineiamo sempre che il riposo è fondamentale al pari dell'allenamento, permette di ricaricarci.
A sua volta il sistema anaerobico si dive in due categorie: sistema fosfato e quello anaerobico lattacido.
Il primo fosfatico (fonte wiki) è finalizzato a:
Potenza: Elevata (60-100 Kcal/min)
Capacità: Molto bassa (5-10 Kcal)
Latenza: Inesistente
Ristoro: Rapido
Fibra muscolare adatta: Fibra bianca o rapida (tipo IIb)
Metabolismo: Anaerobico
Processi metabolici: Reazione di Lohmann
Substrato energetico: Adenosin tri-fosfato (ATP); Creatinfosfato (CP)
Quantità di ATP: Molto limitata
Depositi muscolari: Molto limitati (ATP 80-100 gr; PC 350/550 gr)
Autonomia energetica: 8-10 secondi (fino a 15 sec al massimo)
Prestazione: Forza massimale, potenza, velocità massima
Impiego: Attività molto brevi e molto intense
Il secondo lattaceo (fonte wiki) è finalizzato a:
Potenza: Intermedia (50 Kcal/min)
Capacità: Intermedia (fino a 40 Kcal)
Latenza: 15-30 secondi
Ristoro: Intermedio
Fibra muscolare adatta: Fibra bianca o rapida (tipo IIb); Fibra intermedia (tipo IIa); Fibra rossa o lenta (tipo I)
Metabolismo: Anaerobiosi
Processi metabolici: Glicolisi anaerobica; Ciclo di Cori;
Substrato energetico: Glicogeno/Glucosio
Quantità di ATP: Limitata
Depositi muscolari: Moderatamente abbondanti (300/400 gr glicogeno muscolare; 70/100 gr glicogeno epatico)
Autonomia energetica: da 10/15 sec a circa 90/120 sec (massima resa tra i 15 e i 50 sec)
Prestazione: Forza resistente, Resistenza lattacida, Ipertrofia muscolare
Impiego: Attività mediamente brevi e intense
Sistema precedente: Anaerobico alattacido
Entrambi beneficiano ad un rafforzamento ed ispessimento della parete muscolare e solitamente sono legati ad attività di tipo pesistico.
Nel corso dei prossimi giorni analizzeremo punto per punto questi sistemi.
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