Giorno 99 settimana 15
Grazie. Poco per dire tutto. La strada che stiamo percorrendo verso l'affermazione di un movimento, lungi da noi poi scendere in politica, sta dando i buoni frutti. Come anticipato un paio di articoli fa l'ultima settimana si è svolta per alcuni membri della redazione alla ricerca del crossfit in Italia. Strano a dirsi, ma il modello di allenamento americano sta covando lentamente in diverse regioni italiane.
In seno alla nostra mission vi è stato un esame delle micro-realtà legate al crossfit, per intenderci quelle esenti palestre iper-certificate, e concentrate principalmente sui singoli.
Questo cosa significa. Andiamo per tappe.
Partiamo a raccontarci telegraficamente quello che è stata la nostra intenzione. Nel corso di questi due mesi la redazione del dailycrossfit ha ricevuto numerose mail incentrate su domande semplici, ma alle quale non potevamo dare delle risposte mirate.
Domande che possono essere riassunte in:
" ..... adoro il crossfit, ma nella mia zona di residenza non esistono strutture abilitate e spesso svolgo l'attività in solitaria....come posso... "
Mossi da ciò abbiamo deciso di essere noi stessi a portare il crossfit alle persone che ci hanno scritto. Nessun gesto di solidarietà, ma solo di appartenenza.
Un campione su una comunità silenziosa che cresce giorno dopo giorno e che si sostiene reciprocamente fuori e dentro la maglietta sudata. Forse ci spingiamo su di un terreno minato, ovvero retorico, o forse scemante nella banalità; senza dubbio vero. Il fine? Quello che il giornale sia il trampolino di lancio per rapporti di amicizia che possano nascere tra individui anche agli antipodi del paese.
Un campione su una comunità silenziosa che cresce giorno dopo giorno e che si sostiene reciprocamente fuori e dentro la maglietta sudata. Forse ci spingiamo su di un terreno minato, ovvero retorico, o forse scemante nella banalità; senza dubbio vero. Il fine? Quello che il giornale sia il trampolino di lancio per rapporti di amicizia che possano nascere tra individui anche agli antipodi del paese.
Non vogliatecene con centinai di mail.
Chiunque si senta escluso ricordi che la redazione, che lavora operosamente e gratuitamente, si dedicata al massimo delle energie per offrirvi un modello e un incoraggiamento sempre finalizzato ad un abbraccio collettivo. Medesimo abbraccio che rivolgiamo a coloro che in questo primo esperimento tour non siamo riusciti a raggiungere, ma che ci riproporremo di fare.
Chiunque si senta escluso ricordi che la redazione, che lavora operosamente e gratuitamente, si dedicata al massimo delle energie per offrirvi un modello e un incoraggiamento sempre finalizzato ad un abbraccio collettivo. Medesimo abbraccio che rivolgiamo a coloro che in questo primo esperimento tour non siamo riusciti a raggiungere, ma che ci riproporremo di fare.
Cosa abbiamo imparato: Verità, idea e altruismo.
Parlare del mondo da dietro una macchina collegata in rete è facile, semplice come creare un'opinione senza replica, un modo veloce ma non sufficiente. Almeno per noi. Purtroppo le generazioni si stanno celando sempre più dietro un egoismo che porta alla spaccatura sociale di due mondi, dove il benessere economico segna la linea di demarcazione. Un modello che dissolve lentamente la capacità di giudizio tra qualcosa di vero o di falso, alterato da opinioni altrui e rispondenti a diverse esigenze rispetto alla nostra unicità. Un modello che spesso annulla l'idea, quantomeno quella sociale. Non siamo soli e siamo originati per vivere in gruppo, il buio serve al ciclo del giorno e della notte, non alle nostre vite. Un modello di altruismo, perché quello che impari è ciò che la vita ha deciso di donarti per la tua impronta sulla terra. Il crossfit e un viaggio quindi come ritorno all'origine.
Perché questa sorta di parabola.
Semplicemente perché durante i chilometri macinati sull'asfalto, 1600 in 7 giorni, abbiamo conosciuto persone che incarnano di un modello diverso di sport, modello che vuole far gruppo. Un viaggio quindi finalizzato a non lasciare indietro nessuno.
Perché questa sorta di parabola.
Semplicemente perché durante i chilometri macinati sull'asfalto, 1600 in 7 giorni, abbiamo conosciuto persone che incarnano di un modello diverso di sport, modello che vuole far gruppo. Un viaggio quindi finalizzato a non lasciare indietro nessuno.
La redazione.
Nessun commento:
Posta un commento