martedì 23 aprile 2013

Training wod crossfit Immagini e parole

Immagini e parole

Giorno 102 settimana 16







Apro gli occhi ogni mattina. Una riga di luce illumina la sfida odierna. Mi sento solo in un sociale fatto di famiglia, amici e avversari. Troppo spessi tutti posto sollo stesso piano. Ma l'esistenza va cosi. Primeggiare. La prima regola che ho imparato venuto al mondo.
Accendo il frullatore e nelle proteine riverso anche sogni e desideri, voglia di amare e spesso voglia di mollare. Vorrei sentirmi uno dei tanti, uno di coloro che ce l'hanno fatta, uno di coloro capace a raccontare che oltre l'individualismo esiste un mondo. Una corrente continua di energie che si intrecciano e che rendono speciali i colori odierni.

Ho incontrato un amico, colpevole di una malattia che accorcia il tempo. Era libero. Una libertà che lo rendeva sano come i miei muscoli e colorito non dimostreranno mai. Mi sono sentito perdente nel pieno delle forze, sconfitto dall'isolamento, obbligato e relegato ad un comune fatto solo di diversificazione dei tempi morti. Mi ha abbracciato. 

Dimensione e ante dell'armadio. Da qui deve ripartire il mio percorso di vita. Questo legno sagomato a contenitore e custodia del proprio essere. Uno spazio singolo che deve divenire immenso. Ante divise in segno di diversificazione, ma utili al tempo stesso a contenere tutto il mondo in tessuti, costumi e origini. Uno spazio immenso e sferico che ruota intorno ad ognuno di noi. 

Lo sport. Una fucina di carattere, uno stile che percorre milioni di persone, una livella che segna gli stessi dolori e sorrisi. Non ci rivolgiamo a chi come noi si allena con un modello, saremmo nuovamente razzisti, ci rivolgiamo invece a chi vive e chi vorrebbe vivere con un modello di sociale che passa per la cultura del sudore. 

Mi sono guardato intorno. Ho finalmente visto tanti me. Con loro ho deciso di allearmi. Ho comprato delle spille. Tutte uguali e tutte replicabili. Ne ho prese una manciata in mano. Le ho sporte nei palmi in segno di dono. Sugli avambracci una scritta. La voglia della gente di afferrarne una si legge palese. Tutti si ritraggono. " Voglio donarti questa spilla perché sei come me, voglio che tu nel mondo compri di cuor tuo una spilla come questa per sentirti veramente uguale a me". 

Passeggio ogni giorno per le strade della nostra realtà, le spille si moltiplicano e le scritte sugli avambracci vanno di pari passo. Ho abbracciato nuovamente il mio amico. Il nostro tempo si è riallineato. Siamo guariti.



Andrea D.




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